LA STORIA

L'Autobianchi Y10 prima serie debutta ufficialmente, dal 7 al 17 marzo 1985, al Salone di Ginevra. La nuova utilitaria ha l'impegnativo compito di sostituire degnamente l'Autobianchi A112, vettura presente da quindici anni, con successo, sulla scena nazionale ed internazionale del mercato automobilistico.

Per rendere meno evidente l'enorme differenza formale fra i due modelli, in seno al Gruppo Fiat - Lancia (l'Alfa Romeo sarebbe stata acquisita dal gruppo torinese soltanto l'anno successivo) viene stabilito che l'A112 resti in listino, parallelamente alla Y10, fin quasi alla fine del 1986. A mettere in comune la Y10 all'A112 non c’è solo il marchio, la tipologia strettamente utilitaria delle due automobili e la stessa ambizione di proporsi come automobile “di classe” da città, per questo molto attente a soddisfare le pretese non soltanto di un pubblico femminile sempre più esigente, ma anche di tutti coloro che vedono l'automobile utilitaria non soltanto come una “scatola” con cui destreggiarsi il più abilmente possibile in mezzo al traffico cittadino, ma come qualcosa di appagante, in termini di design, prestazioni e comfort.

IL DESIGN

La più importante novità nel design che colpisce il pubblico e la stampa è soprattutto la coda tronca, caratterizzata dal portellone con verniciatura in nero satinato, indipendentemente dal colore scelto per la carrozzeria.

La linea della piccola scocca, marcatamente a cuneo, è molto aerodinamica (CX di 0,31), grazie al cofano motore accentuatamente inclinato, al parabrezza curvo e anch'esso parecchio inclinato, ai finestrini laterali a filo con la carrozzeria, all'assenza di gocciolatoi laterali, alle maniglie porta incassate ed alla lieve rastrematura del tetto verso la coda. Tutte queste caratteristiche, uniche per un'utilitaria del 1985, sono merito del Centro Stile Fiat, a quei tempi guidato dall'ing. Vittorio Ghidella. La definizione del progetto Y10 ha richiesto più di 3 anni di studi.

Era necessario che questa macchina avesse una identità ben precisa da collocare inequivocabilmente sotto il marchio Lancia. Gli incarichi originariamente furono affidati a Pininfarina, a Giorgetto Giugiaro e allo stesso centro stile Fiat. Furono eseguiti centinaia di disegni, bozze e modelli in scala reale iniziati già nel 1980; alla fine venne prescelto e sviluppato il progetto del Centro Stile Fiat che meglio rispondeva al tema proposto: studiare una vettura destinata ad una particolare utenza "selezionata e d'èlite", una vera e propria ammiraglia in miniatura, desiderata dalle donne tanto quanto una borsetta firmata, e dagli uomini come il loro profumo preferito.

Ad ogni personalità corrisponde inequivocabilmente un modello: dalle sportive Y10 Turbo e Y10 GT i.e., alle fascinose Y10 Avenue e Y10 Ego con interni in pelle di Poltrona Frau, passando per i modelli intermedi e le serie speciali.

Anteriormente, i fari rotondi dell'A112 sono soltanto un ricordo: ora ci sono gruppi ottici rettangolari, che, insieme alla semplice ed elegante griglia, delimitano lo sviluppo del cofano motore, dando al frontale della vettura una immagine molto “tecnica”. Il parabrezza, ora dotato di guarnizione in resina siliconica, è ampio, inclinato e caratterizzato da un tergicristallo monospazzola, soluzione funzionale e pratica.

La fiancata, dal disegno molto pulito, è caratterizzata da una linea di cintura che parte dalla base del cofano motore e tende a salire a mano a mano che ci si avvicina alla coda, delimitando inferiormente le due luci laterali. Assente, sulla superficie della fiancata, un qualunque tipo di nervatura, anche soltanto un profilo di abbellimento e di protezione: soluzione che rende la linea della Y10 molto particolare dal punto di vista del design.
La Y10 è proposta solo con carrozzeria a tre porte, piuttosto ampie, rendendo così l'accesso in auto agevole anche ai passeggeri posteriori. Il ruolo da protagonista spetta, come già accennato, al portellone posteriore piano e quasi verticale, incernierato in modo da rendere più pratico possibile l'accesso al vano bagagli, arretrando il punto di rotazione di undici centimetri verso il centro del tetto, consentendo un'agevole apertura. I gruppi ottici posteriori sono rimasti, come sulle ultime A112, a sviluppo orizzontale; gli scudi paraurti, dalla forma avvolgente, sono realizzati in resina.
Il portellone posteriore, per quanto a volte erroneamente si legge, non è mai stato proposto in resina sintetica ma sempre e solo in metallo.

L'ABITACOLO

L'abitacolo presenta rivestimenti in moquette sul pavimento, di serie su tutte le versioni; rivestimenti in tessuto per i sedili e, nelle versioni top di gamma, rivestimenti in Alcantara su plancia, sedili e pannelli porta: la versione "Y10 ego" della seconda serie propone i sedili in vera pelle.

Per personalizzare ed arricchire ulteriormente la propria Y10, sono disponibili in listino molti optional, quali vetri elettrici, chiusura centralizzata, divanetto posteriore sdoppiato, vetri posteriori apribili a compasso elettricamente (soluzione rivoluzionaria per quei tempi e altresì rara anche su vetture di ultima generazione: ad oggi, ci sono ancora vetture in produzione con questi accessori a pagamento), tetto apribile in cristallo ad azionamento manuale, sistema di ventilazione interna con comandi elettronici e visualizzazione a LED. La plancia, di impostazione moderna, a sviluppo orizzontale, può offrire a richiesta una strumentazione analogica, arricchita con econometro, indicatori supplementari e Control System con largo uso di LED oppure, sempre come optional ma ad un costo decisamente maggiore, una sofisticata strumentazione digitale optoelettronica Solid State, comprendente fra l'altro Control System, computer di bordo e contagiri, che include anche i vetri ed i finestrini a compasso elettrici e la climatizzazione elettronica, per standardizzare la realizzazione degli impianti elettrici a poche e definite varianti.

Quest'ultima strumentazione, rarissima proprio per la sua complessità ed il suo costo al pubblico, fu a suo tempo antesignano non soltanto per la miriade di informazioni utili che forniva al conducente, ma anche per la sua illuminazione di colore blu, che sarà tanto in voga vent’anni più tardi.
La dotazione di serie della versione di ingresso, la Y10 fire, prevede i fari allo iodio, il lunotto termico, il tergilavalunotto, gli appoggiatesta anteriori fissi, i vetri posteriori a compasso manuali e le cinture di sicurezza anteriori.

L'accessibilità all'abitacolo è giudicata agevole, la visibilità è ottima in tutte le direzioni, il bagagliaio tuttavia è un po’ sacrificato, almeno rispetto alle “cugine” Panda e Uno, verrà infatti ampliato dalla versione del '92 riducendo di alcuni cm il piano del divanetto posteriore.

LE ASPETTATIVE

L'attenzione e l'interesse dimostrati dal pubblico internazionale al Salone di Ginevra, fanno ben sperare al Gruppo Fiat – Lancia che la nuova Y10 incontrerà il gusto del pubblico, ma le vendite dei primi mesi stentano a decollare. La vera doccia fredda, che frena l'entusiasmo dei primi potenziali clienti Y10 sono i listini, giudicati eccessivamente alti: evidentemente le persone disposte a spendere di più per avere un'utilitaria un po' più ricercata, nel 1985, sono ancora poche.

Il Gruppo Fiat - Lancia corre ai ripari; dopo una revisione di listini ed allestimenti, nel gennaio del 1986 presenta già la nuova gamma.
La campagna pubblicitaria punta sulla filosofia originale della vettura e sui contenuti tecnici. Perché la Y10 è un'auto innovativa che offre prestazioni eccezionali e una serie di soluzioni inedite nella sua categoria. È nata così "La città del futuro" e grazie alla Donna Robot che le fa da madrina, muovendosi con sinuosità tutta femminile, la Y10 diventa un'auto assolutamente inconfondibile, caratterizzata dalla sua modernità.
Anche nelle Y10 compare l'allestimento "LX", questa sigla non è l'abbreviazione di Luxury (lusso) ma bensi è il numero romano 60, usato per la prima volta nel 1967, in occasione dei 60 anni dalla prima Lancia, questo allestimento indica per le vetture di serie, la presenza di un allestimento ricco e ben curato.

LA COLLOCAZIONE NEL MERCATO

Nel biennio 1987-88 la piccola Autobianchi diviene sempre più un prodotto maturo, con una precisa collocazione sul mercato, ambita da una clientela molto varia e dalle istanze molto varie. Essa raccoglie ormai i successi attesi, ma fa comunque parlare di sé in occasione di eventi fino a quel momento inconsueti nel mondo dell'automobile: la presentazione delle “serie speciali”: versioni particolarmente arricchite ed esclusive, con caratteristiche e dettagli a sé stanti, cioè non disponibili sulle vetture comuni, ancora una volta a sottolineare la varietà degli utenti Y10. Vent’anni dopo, le versioni speciali legate ad un marchio, non necessariamente del campo automobilistico, sono sotto gli occhi di tutti e fanno ormai parte, in pianta stabile, della stragrande maggioranza dei listini: in quegli anni la Y10 diffuse un concetto nuovo anche nel modo di offrire l'automobile: un vero e proprio oggetto “alla moda” al limite dello "snob", legato allo stile di vita del periodo, da esibire come vero e proprio “status symbol” o come oggetto di appartenenza ad un gruppo, ricordiamo le Serie Speciali realizzate in collaborazione con importanti marchi quali: Missoni, Martini, Fila, Poltrona Frau e non da ultima la partecipazione di Mila Schon nella realizzazione della versione AVENUE.


Y10 SECONDA SERIE

Nel febbraio del 1989 l'Autobianchi presenta la seconda serie della Y10, caratterizzata da leggeri ma importanti ritocchi estetici alla carrozzeria e all'abitacolo, ed interessata da importanti modifiche nelle motorizzazioni: in conseguenza, nasce la nuova gamma: “Il privilegio di evolvere, restando sé stessi” così come recita la sua pubblicità televisiva di lancio.

Tutti i modelli hanno ora coppe ruota di nuovo disegno (Y10 4WD i.e. esclusa), indicatori di direzione anteriori bianchi, gruppi ottici posteriori (simmetrici ed ora uguali per tutte le versioni), realizzati in bicolore: doppia luce di retromarcia di color fumé, doppio proiettore retronebbia di colore rosso, luci di posizione e stop (a doppio filamento) in rosso ed indicatori di direzione fumé. Scompaiono gli indicatori giallo ambra e con essi una moda fino ad allora imperante in campo automobilistico.

La Y10 fire ha ora una nuova griglia radiatore, di aspetto non più povero, abbellita con la cornice esterna in acciaio inox che dal 1986 era stata retaggio delle versioni top di gamma, ma con la griglia a tinta unica, cioè priva delle baffature cromate. Nell'abitacolo è stato modificato lo schienale del divanetto posteriore, a vantaggio della capacità di carico del bagagliaio, rendendolo più verticale e meno imbottito; sono stati modificati i pannelli porta, che ora includono nella parte inferiore i pulsanti degli alzacristalli elettrici anteriori (optional su fire) e la predisposizione per gli altoparlanti; la plancia resta però del tipo più economico, cioè priva degli sportelli su vani e cassetti. Nuovi sono anche i tessuti di rivestimento dei sedili.

Tutti i nuovi modelli hanno la strumentazione con una nuova grafica, anch’essa assai meno “anni ‘80” e, fire esclusa, il volante regolabile in altezza. L'impianto di ventilazione interna prevede, ora di serie, la funzione di ricircolo manuale oppure, a richiesta, un nuovo sistema di climatizzazione digitale, stavolta con regolazione elettronica della temperatura mediante display e funzione “auto” per il mantenimento costante della temperatura impostata.

Della precedente gamma comprendente la Y10 Fire, la Fire LX, la Touring, la Turbo e le serie speciali, sopravvive soltanto la versione Fire mentre tutte le altre versioni escono di produzione e con esse anche il motore da 1050 cc, sia nella versioni aspirata (Touring) sia nella turbocompressa (Turbo). Tale motore è sostituito ora dal Fire di 1108 cc, che ha debuttato nel 1988 al lancio della Fiat Tipo e che, nel caso della Y10, è dotato di iniezione elettronica Single Point Bosch Monojetronic; caratterizzato da una potenza massima di 56 CV a 5500 giri/minuto e da una coppia massima di 88 N·m a 3000 giri/minuto, equipaggia l'inedita Y10 Fire LX i.e., che raggiunge i 156 km/h ed accelera da 0 a 100 km/h in 13.9 secondi.

I NUOVI MOTORI AD INIEZIONE ELETTRONICA

Se la scomparsa del motore 1.050 turbo, per motivi di omologazione antinquinamento in alcuni paesi europei (Svizzera, Austria e Germania) ha causato molti rimpianti, il nuovo motore aspirato di 1301 cc, ad iniezione elettronica Multi Point, di produzione brasiliana e derivato dal precedente 1050, è il degno sostituto, è in grado di fornire una potenza massima di 78 CV a 5750 giri/minuto ed una coppia massima di 100 Nm a 3250 giri/minuto. Questo nuovo 1300 equipaggia la inedita versione Y10 GT i.e. nata per sostituire e non rimpiangere la Turbo, in grado di raggiungere i 178 km/h ed accelerare da 0 a 100 km/h in 11,5 secondi, promettendo un comfort ed una fluidità di marcia sconosciuta sul modello sovralimentato. Con l'abolizione del turbo, logicamente anche le prestazioni ne risentono negativamente, però tutto sommato la GT i.e. risulta molto più "sfruttabile" diventando una vera e propria "Granturismo tuttofare". La GT i.e. è caratterizzata dal bordino rosso che incornicia la griglia anteriore, da una striscia adesiva, con sigla d'identificazione, che percorre tutto il bordo inferiore della fiancata, dalle inedite coppe ruota (cerchi in lega optional) e il terminale di scarico cromato; internamente si presenta anch’essa come la LX i.e., con tipologie di rivestimento diverse. La strumentazione è, come per la precedente Turbo, più completa e d'intonazione sportiveggiante.

Nel dicembre del 1989, a confermare la posizione di leadership raggiunta a livello tecnologico dalla piccola Autobianchi, debutta la Y10 Selectronic, versione dotata di trasmissione automatica ECVT: Electronic Continuously Variable Transmission.

Mossa dal motore Fire 1.108 ad iniezione Single Point della LX i.e., la Selectronic, ha un cambio automatico a variazione continua dei rapporti, con frizione elettromagnetica (e non idraulica come sulla Fiat Uno Selecta); derivante, come allestimento, dalla LX i.e., la Selectronic raggiunge la velocità massima di 150 km/h ed accelera da 0 a 100 km/h in 15 secondi.

Pochi mesi più tardi, nel marzo del 1990, debutta la gamma delle Y10 catalizzate: per ogni versione c’è la corrispondente catalizzata, ad eccezione della fire a carburatore, che rimane saldamente in vetta alle preferenze da parte del pubblico, premiata proprio per la sua economia di esercizio.

Il motore 1.108, ora denominato “Europa” in ossequio alle direttive CEE, raggiunge in versione ecologica, la potenza massima di 50 CV (37 KW), quanto basta per consentire alla LX i.e. di toccare i 150 km/h, alla Selectronic di raggiungere i 145 km/h ed alla 4WD i.e. di sfiorare i 142 km/h. La versione catalizzata della GT i.e. ha ora un motore di 1297 cc, con potenza massima di 72 CV (53 KW), che le consente una velocità massima di 172 km/h. Un anno più tardi debutterà anche la fire i.e. rinnovata nei contenuti e divenuta una delle cittadine più apprezzate, la Y10 vive un vero e proprio momento di gloria e nel biennio 1991/92 la sua gamma si arricchisce di nuove versioni esclusive.


Y10 TERZA SERIE

La Y10 terza serie fa la sua apparizione sul mercato nel 1992, contemporaneamente alla chiusura dello storico stabilimento dell'Autobianchi di Desio, la produzione venne spostata presso lo stabilimento Alfa Romeo di Arese. (In realtà per un certo periodo la vettura fu prodotta anche a Mirafiori, e Pomigliano)

Le motorizzazioni con cui poteva essere acquistata erano rimaste due, da 1108 e da 1297 cc, entrambe con iniezione elettronica, in grado di erogare, a seconda del tipo, potenze comprese tra i 51 e i 74 cv. Modifiche sostanziali, per quanto non immediatamente visibili, riguardarono anche le sospensioni, spesso criticate nelle versioni precedenti, e l'impianto frenante.

Gli interni furono completamente rivisti, in particolare per quanto riguarda la strumentazione e per la presenza di un impianto migliorato di climatizzazione, e climatizzatore optional, il condizionatore diventa di serie sulla versione Igloo. All'esterno le modifiche riguardano nuovi specchietti retrovisori, nuovi cerchi e un generale ammorbidimento delle linee grazie a nuovi gruppi ottici anteriori e posteriori, pur senza snaturare completamente lo stile della versione originale.

Nel 1995 la Y10 viene aggiornata alle norme antinquinamento Euro 2, vengono cambiati il motore fire 1.108 che ora è il 176B2.000, viene aggiornata l'iniezione elettronica monomotronic e il modello 1.3 Elite esce di produzione.

La Y10 venne sostituita nei listini Lancia nel 1996 dalla Lancia Y, prodotta nei nuovi stabilimenti di Melfi, che ne richiama in parte lo stile, la quale, uscita di produzione nel 2003, è stata a sua volta sostituita dalla Lancia Ypsilon; a poco dal termine della produzione, nel 1995, escono dal listino i modelli Sestrieres (4WD) e Ville (automatica).

La Y10 è sempre stata venduta in Italia con il marchio Autobianchi fino al 1995, anno in cui fu sospesa la produzione; la Y10 è stata l'ultima vettura del glorioso marchio Autobianchi. All'estero è sempre stata presentata con il marchio Lancia tranne che in Francia e Giappone dove ha mantenuto il logo Autobianchi, tuttora esistono siti di appassionati Giapponesi che posseggono Y10.


LA CONFUSIONE NELLE SERIE PRODOTTE

Quante serie di Y10 sono state prodotte ? C'è chi dice 3, chi 4 e chi 2, vediamo la Fiat come le identifica: la prima serie è facilmente identificabile con l'inizio di produzione nel 1985, porta il nome del progetto originale che è appunto "Y10" e, aggiornata nel 1986, rimane in produzione fino al 1989.

Nel 1989 abbiamo il primo cambio ufficiale e la versione ora si identifica con la sigla "FL89", dove FL è la contrazione di Face Lifting.

Nel 1992 la vettura cambia di nuovo e in maniera più radicale del precedente cambiamento, ora è identificata dalla sigla "R.92", dove la "R" è "Restiling", ad evidenziare un grande cambiamento nel modello.
Durante la produzione la vettura viene adeguata alla normativa Euro 2 e viene identificata dalla sigla "CEE fase 2" o in alcune pubblicazioni con la sigla "MY95".

E' evidente che le versioni sono 2: la prima, con i fanali grandi, prodotta dal 1985 al 1992, e la seconda, con i fanali sottili, prodotta dal 1992 al 1995. Per praticità vengono riconosciute dal pubblico 3 serie: la "prima", l'originale del 1985, la "seconda", identificata sovente dalle strisce laterali nel basso profilo porta o da altri dettagli, e la "terza", identificata dai fari sottili e il musetto più Lancia Style; in questo sito per praticità usiamo la suddivisione in 3 serie.


PRODUZIONE

Quante vetture sono state prodotte ? I dati sono frammentari, raccolti dalle varie riviste e pubblicazioni disponibili, se qualcuno fosse in possesso di altri dati saremo ben felici di completare le informazioni.

Dati a marzo, 1993 ricavati dal libro "Tutte le Lancia", ED Domus:

Y10 1° e 2° serie 1984-1992

Fire (1984-87).......................................................223.294
Fire/LX/Fila 2/Missoni (1988-89).........................115.940
Fire/Mia (1988-92)................................................280.020
Fire ecologico/LX/Fila/Fila 2 (1988-89)..................5.905
Fire ecologico (1989-90).........................................3.744
Fire 4WD (1986-87)..................................................6.785
Fire 4WD (1988-89)..................................................4.298
Fire 4WD (1989)............................................................91
Fire ecologico 4WD (1988)............................................1
Fire i.e. cat/LX/Fila 2/Missoni (1988).....................1.719
Fire i.e. cat/LX (1988-89).........................................2.104
Fire i.e. cat 4WD (1988)..............................................170
Touring 1050 (1984-1988).....................................12.140
Turbo 1050 (1984-88)............................................13.190
Fire 1.1 i.e./ego/LX (1988-1992)............................97.798
Fire 1.1 i.e. cat/Avenue/ego/LX/Mia (88-92)........78.294
Fire 1.1 i.e. Selectronic (1990-92)..........................5.313
Fire 1.1 i.e. cat Selectronic (1990-92)....................3.367
Fire 1.1 i.e. 4WD (1988-1992)..................................7.030
Fire 1.1. i.e. cat 4WD (1989-1992)..............................548
1.3 (1987).......................................................................89
1.3 i.e. (1988-92).....................................................23.436
1.3 i.e. cat (1988).........................................................390
1.3 i.e. cat (1988-92).................................................5.057

totale produzione.................................................890.723

Dati a marzo 1993, ricavati dal libro "Tutte le Lancia", ED Domus.

Si noti che la Serie Speciale "Martini" è inclusa nelle Y10 turbo, non si sa di preciso quante ne siano state prodotte.

Una foto ufficiale Lancia-Autobianchi, scattata in uno stabilimento, mostra la 1.000.000 Y10 e porta la data certa del Novembre 1993, la vettura è una Y10 3° serie.

- Sulla rivista Ruoteclassiche di Gennaio 2010 vengono riportati i dati della terza serie prodotta ad Arese: pari a 942.741 vetture

- Sempre ED. Domus sulla versione più recente del libro "Tutte le Lancia" cita i seguenti dati: 667.429 per le prime 2 serie e 942.741 per la terza, il totale delle vetture prodotte sarebbe quindi 1.610.170.


VENDITA

Periodi di vendita al pubblico

tabella


ELENCO MODELLI PRODOTTI


Si ringraziano tutti gli autori del testo presente in Wikipedia

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Esso utilizza materiale tratto dalla voce di Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Autobianchi_Y10

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